In un mercato in cui le competenze diventano rapidamente obsolete, la formazione interna assume un ruolo cruciale per la competitività e la crescita delle aziende. Secondo un report del World Economic Forum, entro il 2025, il 50% dei lavoratori a livello globale avrà bisogno di interventi di upskilling o reskilling per rimanere allineato alle esigenze emergenti del mercato. Questo dato evidenzia quanto sia urgente e strategico investire su percorsi strutturati di formazione continua.
Perché puntare su upskilling e reskilling?
- Aggiornamento continuo: Le tecnologie – come Intelligenza Artificiale applicata al marketing – hanno cambiato processi e modelli di business a ritmi incalzanti. Il personale deve acquisire nuove competenze per padroneggiarle e trarne valore, minimizzando il rischio di rimanere indietro.
- Maggiore attrattività sul mercato del lavoro: Le aziende che offrono programmi di formazione interni costanti registrano un aumento della fidelizzazione del personale fino al 47%, secondo una ricerca Gallup, poiché i dipendenti vedono nelle politiche di upskilling un investimento reale nella loro crescita professionale.
- Cultura dell’innovazione: L’aggiornamento delle competenze non si limita a questioni tecniche: un’indagine di LinkedIn Learning rileva che l’80% dei manager considera fondamentali anche soft skill come la capacità di problem solving, la creatività e la collaborazione multidisciplinare. Attraverso corsi e workshop, le imprese possono diffondere una mentalità aperta, pronta al cambiamento.
Percorsi di upskilling e reskilling: come strutturarli
- Mappatura delle competenze attuali e future
Il primo passo è analizzare quali competenze sono già presenti e quali, invece, risulteranno cruciali nei prossimi 2-3 anni. Un’accurata mappatura permette di identificare gap specifici e definire piani formativi mirati. - Modularità e personalizzazione dei contenuti
Non tutti i dipendenti necessitano dello stesso percorso. Adottare una struttura a moduli, con livelli di difficoltà crescenti, consente a ciascun partecipante di scegliere gli argomenti più rilevanti per il proprio ruolo.Dati: Secondo Deloitte, le aziende che offrono percorsi formativi personalizzati registrano un aumento dell’employee engagement del 38% rispetto a quelle che utilizzano programmi standard.
- Formazione ibrida e on-demand
L’uso di piattaforme e-learning, webinar e strumenti di collaborazione a distanza rende la formazione più flessibile e accessibile. Inoltre, corsi brevi (micro-learning) e interattivi favoriscono una maggiore retention dei contenuti.Statistica: Gartner evidenzia che le iniziative di upskilling in formato “blended” (online + aula) portano a un tasso di completamento dei corsi superiore del 22% rispetto ai programmi erogati esclusivamente in presenza.
- Approccio pratico e real-case
Integrare esercitazioni, project work e casi di studio reali, che rispecchino situazioni e problematiche aziendali, aiuta a fissare le conoscenze in modo efficace e aumenta la motivazione dei partecipanti.Esempio: Una PMI attiva nell’e-commerce potrebbe proporre un mini-progetto di lancio di una nuova campagna digitale, con simulazione di scenari e analisi di dati reali.
- Monitoraggio dei risultati e feedback continuo
Definire KPI e metriche di successo, come la riduzione dei tempi di processo o l’incremento della soddisfazione del cliente, aiuta a verificare l’impatto dell’upskilling e del reskilling sul business.Dati: Un sondaggio di PwC mostra che l’84% dei dirigenti considera il monitoraggio dei risultati formativi un elemento decisivo per giustificare gli investimenti in corsi interni.
Creare una cultura dell’innovazione
Oltre all’aspetto didattico, i programmi di formazione ben strutturati alimentano una cultura aziendale orientata al cambiamento. Quando i dipendenti si sentono supportati e valorizzati, sono più propensi a sperimentare, proporre idee e contribuire a migliorare i processi. Questo circolo virtuoso favorisce la collaborazione interfunzionale, l’empowerment del personale e la creazione di nuove opportunità di business.
Il ruolo dell’Intelligenza Artificiale
Negli ultimi anni, l’AI ha aperto ulteriori prospettive nella formazione: dai sistemi di raccomandazione dei contenuti personalizzati, alla creazione di percorsi di apprendimento adattivo che si “modellano” in base ai progressi e alle difficoltà dei singoli utenti. Le aziende che integrano soluzioni di AI ed analytics nei propri processi formativi riportano un incremento del 25% nella velocità di apprendimento, secondo un report di IDC, e registrano inoltre una notevole riduzione delle attività di gestione amministrativa dei corsi.
Upskilling e reskilling non sono semplici parole d’ordine: rappresentano vere e proprie strategie di evoluzione che, se integrate in modo sistematico, possono trasformare il tessuto stesso dell’azienda. In un contesto in cui il 74% delle imprese considera la carenza di competenze adeguate come il principale ostacolo alla digital transformation (dati Capgemini), investire nella formazione non è più un’opzione, bensì una necessità per garantire una crescita sostenibile e orientata all’innovazione.
Dall’identificazione dei gap formativi alla progettazione di percorsi customizzati, passando per un mix sapiente di formazione tradizionale, e-learning e moduli pratici, costruire programmi di upskilling e reskilling mirati permette alle aziende di creare un ambiente di lavoro dinamico, in cui le persone sono motivate a fare la differenza. I risultati non tardano ad arrivare: maggiore competitività, coinvolgimento del personale e, di conseguenza, un più solido vantaggio competitivo sul mercato.